Refrigeranti A2L: miti da sfatare e indicazioni per un uso sicuro
I refrigeranti A2L, a bassa infiammabilità e basso GWP, sono sempre più usati in condizionamento, pompe di calore e refrigerazione commerciale. Scopri caratteristiche, falsi miti e opportunità per la filiera.
I refrigeranti A2L, caratterizzati da bassa infiammabilità e basso potenziale di riscaldamento globale (GWP), stanno assumendo un ruolo sempre più centrale nella transizione ecologica del comparto della refrigerazione e della climatizzazione.
Trovano applicazione in numerosi ambiti, dal condizionamento residenziale e commerciale leggero alle pompe di calore, dai piccoli chiller ai sistemi di refrigerazione commerciale, grazie al loro equilibrio tra efficienza, sicurezza e sostenibilità.
La spinta normativa verso l’abbandono dei refrigeranti ad alto GWP ha accelerato la loro diffusione, ma attorno agli A2L persistono ancora diversi luoghi comuni. Capire cosa li distingue davvero e quali vantaggi offrono consente a progettisti, installatori e tecnici frigoristi di utilizzarli in modo consapevole, anche nei progetti di retrofit degli impianti esistenti.
Caratteristiche tecniche e requisiti di sicurezza
A differenza dei gas ad alta infiammabilità, gli A2L rientrano nella classe di sicurezza a bassa infiammabilità.
Non sono sostanze esplosive e, se gestiti nel rispetto delle normative tecniche vigenti (EN 378, ISO 817), offrono un livello di sicurezza paragonabile a quello dei refrigeranti tradizionali.
Le prescrizioni relative ai limiti di carica, ai sistemi di rilevamento perdite e alla ventilazione degli ambienti garantiscono condizioni operative affidabili anche in contesti sensibili, come celle frigorifere di piccola scala, banchi refrigerati o locali chiusi.
Inoltre, la densità e le proprietà termodinamiche degli A2L consentono di ottenere buone prestazioni energetiche e una riduzione significativa delle emissioni climalteranti rispetto ai gas HFC più diffusi.
Falsi miti e interpretazioni da superare
Attorno ai refrigeranti A2L circolano ancora alcune convinzioni errate, spesso legate a una conoscenza parziale della normativa o alla mancata formazione del personale tecnico.
Tra le più comuni:
- “Gli A2L richiedono la sostituzione completa dell’impianto.” In realtà, nella maggior parte dei casi è sufficiente adeguare alcune componenti, come i dispositivi di sicurezza e i rilevatori di perdite, senza dover ricostruire il sistema.
- “Sono più pericolosi e difficili da gestire.” Se correttamente progettati e manutenuti, gli impianti con A2L non comportano rischi superiori a quelli con refrigeranti tradizionali. La chiave è la formazione del personale e il rispetto delle procedure.
- “Non possono essere usati in ambienti chiusi.” Al contrario, il loro impiego è perfettamente compatibile con locali interni, purché si rispettino i limiti di carica e le condizioni di ventilazione previste dalle norme.
Opportunità, sfide e prospettive per la filiera della refrigerazione
L’adozione dei refrigeranti A2L rappresenta una scelta strategica per il settore, sia dal punto di vista tecnico che normativo.
I principali vantaggi includono:
- riduzione del GWP complessivo del parco installato;
- allineamento con la normativa F-Gas e con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni;
- disponibilità immediata di soluzioni commerciali e componenti compatibili.
Le sfide, tuttavia, non mancano: occorre un aggiornamento costante delle competenze tecniche, l’adozione di protocolli di sicurezza aggiornati e la scelta di componenti certificati e conformi alle nuove specifiche.
Sebbene l’investimento iniziale possa risultare più elevato, i benefici in termini di sostenibilità, efficienza energetica e posizionamento competitivo rendono gli A2L una soluzione a lungo termine per un settore chiamato a coniugare innovazione e responsabilità ambientale.
