Propano (R-290): il ritorno del refrigerante naturale tra sicurezza e innovazione
Il propano (R-290) si conferma protagonista della refrigerazione sostenibile. Norme, limiti di carica e sicurezza impiantistica restano le sfide chiave per una transizione efficace.
Con l’entrata in vigore del nuovo Regolamento F-Gas, il propano (R-290) è tornato al centro della scena nel settore della refrigerazione industriale e commerciale.
Questo gas naturale, caratterizzato da GWP pari a 3 e ODP nullo, rappresenta oggi una soluzione sostenibile e conforme alle normative più restrittive, in grado di garantire efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale.
Il suo impiego sta crescendo soprattutto nei banchi frigoriferi, nei chiller di piccola e media potenza e nelle pompe di calore, dove la combinazione tra performance e compatibilità normativa lo rende una scelta sempre più strategica. Tuttavia, la “nuova stagione” del propano è accompagnata anche da sfide tecniche e operative che richiedono competenze specifiche.
Sicurezza e progettazione: le criticità da gestire
L’infiammabilità del propano impone una progettazione rigorosa e il rispetto di limiti di carica stabiliti dalla norma UNI EN 378, che definisce le quantità massime consentite per ambiente in base al tipo di applicazione.
Ogni impianto deve inoltre essere conforme alle direttive PED e ATEX, nonché ai codici di prevenzione incendi, con particolare attenzione alla ventilazione e al posizionamento dei componenti.
In caso di fuga, il propano tende a stratificarsi verso il basso, aumentando il rischio negli spazi chiusi o poco ventilati. Per questo motivo, le installazioni devono prevedere sistemi di rilevamento, sezionamento e ventilazione automatica, oltre a procedure di manutenzione mirate.
Dal punto di vista impiantistico, l’uso del propano in circuiti idronici può ridurre parzialmente l’efficienza rispetto all’espansione diretta. Una corretta progettazione del piping, con dimensionamento accurato di tubazioni, pompe e coibentazioni, diventa quindi fondamentale per mantenere elevate prestazioni.
Strategie e buone pratiche per una transizione sicura
Per progettisti e installatori, il passaggio al propano richiede nuove competenze e strumenti certificati. Tra le priorità operative:
- selezionare ambienti idonei e rispettare i limiti di carica previsti;
- garantire ventilazione adeguata e sistemi di sicurezza integrati;
- gestire in modo corretto il gas residuo durante le operazioni di manutenzione;
- valutare soluzioni alternative dove le condizioni di rischio risultino elevate.
Solo una filiera tecnica preparata può assicurare che l’adozione dell’R-290 avvenga nel pieno rispetto delle normative e senza compromettere l’affidabilità degli impianti.
Un’occasione per innovare la filiera del freddo
Il ritorno del propano non rappresenta soltanto un cambiamento tecnologico, ma anche una sfida culturale per l’intero settore del freddo.
Da un lato, cresce la spinta verso l’adozione di refrigeranti naturali e low-GWP; dall’altro, le aziende devono affrontare nuovi standard di sicurezza e progettazione.
Chi saprà gestire l’R-290 in modo efficiente e sicuro potrà distinguersi sul mercato, offrendo sistemi performanti, sostenibili e conformi alle direttive europee.
Il propano si conferma così non solo come refrigerante del futuro, ma come strumento di innovazione per la refrigerazione industriale e commerciale, capace di unire efficienza, sostenibilità e responsabilità progettuale.
