Focus Sostenibilità ed efficienza

04.12.2025

La catena del freddo come pilastro della sicurezza alimentare: l’appello da CIVUFA 2025

A CIVUFA 2025 emerge un messaggio forte: la catena del freddo è decisiva per sicurezza alimentare e sostenibilità. Competenze, logistica e tecnologie sono al centro della sfida globale. 

Durante la prima edizione di CIVUFA 2025, l’attenzione internazionale del settore RAC si è concentrata sul ruolo cruciale della catena del freddo nella garanzia della sicurezza alimentare e nella riduzione dello spreco.

Nell’intervista, il professor Marcello Collantin ha sottolineato come un sistema frigorifero efficiente, dotato di tecnologie e competenze adeguate, rappresenti una leva strategica per contrastare la perdita di cibo e promuovere uno sviluppo sostenibile, non solo in contesti critici come l’Africa, ma anche in un’ottica globale.

 

Catena del freddo: architrave contro sprechi e instabilità alimentare

In molte aree del mondo prive di infrastrutture adeguate, fino al 40% del raccolto agricolo rischia di andare perduto per mancanza di corretta conservazione e trasporto. Un danno grave non solo per la disponibilità alimentare, ma anche per l’ambiente: ogni perdita alimentare genera ulteriori emissioni di CO₂, sprecando risorse e contribuendo al degrado ecologico.

La chiave per invertire questa tendenza è chiara: garantire una catena del freddo completa e integrata, che copra ogni fase — dalla raccolta, allo stoccaggio, al trasporto fino alla distribuzione — con infrastrutture e pratiche professionali.

In questo contesto, la refrigerazione non è un optional, ma un requisito fondamentale per preservare qualità, sicurezza e dignità alimentare.

 

Trasporto refrigerato e logistica: il punto debole da rinforzare

Collantin ha evidenziato come la fase del trasporto sia oggi il punto più vulnerabile delle catene del freddo nei paesi in via di sviluppo. Anche se lo stoccaggio iniziale è gestito correttamente, basta un trasporto senza controllo termico per compromettere un’intera partita.

La soluzione? Diffondere registratori di temperatura, sensibilizzare gli operatori sull’importanza del monitoraggio continuo, e adottare mezzi refrigerati autonomi. Solo così è possibile garantire la continuità del freddo e preservare la salubrità dei prodotti durante ogni fase della filiera.

 

Formazione e competenze: investire sul capitale umano del freddo

Un altro elemento centrale emerso dall’intervista riguarda la mancanza di competenze tecniche adeguate: per gestire sistemi refrigeranti, trasporto e logistica a temperatura controllata servono operatori formati, consapevoli delle normative e delle dinamiche del freddo.

Il coinvolgimento nella formazione degli operatori è descritto da Collantin come un passo fondamentale per costruire una filiera del freddo responsabile e sostenibile. Per l’Europa e l’Italia, il richiamo è chiaro: valorizzare le figure tecniche e promuovere standard elevati di competenza, perché la refrigerazione e la conservazione diventano un elemento chiave anche nei piani di sviluppo e sostenibilità.

 

Implicazioni per il mondo HVAC/R: importanza della refrigerazione integrata e globale

Per i professionisti del freddo, l’esperienza rappresentata da CIVUFA 2025 e le indicazioni di Collantin confermano che la refrigerazione non è solo una questione tecnica o di comfort, ma una responsabilità globale.

Significa considerare impianti, logistica, trasporto, manutenzione e formazione nella progettazione degli interventi. Significa puntare su tecnologie affidabili, sistemi controllati e competenze adeguate per garantire continuità — ovunque, dall’Europa all’Africa.

La sfida è ambiziosa, ma concreta: collegare refrigerazione, sicurezza alimentare e sviluppo sostenibile. E per il mondo HVAC/R significa nuovi ambiti di lavoro, nuove responsabilità e nuove opportunità.