Bombole refrigeranti non conformi: un rischio crescente per sicurezza, impianti e filiera del freddo
La diffusione di bombole refrigeranti non conformi aumenta i rischi per sicurezza e impianti. Controlli, certificazioni e procedure rigorose sono essenziali per il settore HVAC/R.
Nel settore HVAC/R sta emergendo un tema critico spesso sottovalutato: la presenza sul mercato di bombole refrigeranti non conformi, prive dei requisiti di sicurezza, marcatura e certificazione previsti dalle normative europee.
Questi contenitori, se utilizzati in fase di carica, manutenzione o trasferimento del refrigerante, rappresentano un rischio diretto per tecnici, impianti e aziende della filiera. Per questo è essenziale che gli operatori siano in grado di riconoscerli e adottino procedure rigorose di controllo e approvvigionamento.
Perché rappresentano una minaccia: sicurezza, pressione e integrità del refrigerante
Le bombole non conformi possono presentare difetti strutturali, pressioni non adeguate o assenza dei test periodici obbligatori.
Le conseguenze operative possono includere:
- perdite di refrigerante o contaminazioni della miscela in fase di trasferimento;
- cedimenti strutturali, con rischio di esplosioni o violente fuoriuscite di gas;
- danni agli impianti dovuti all’introduzione di gas sporchi o non puri;
- esposizione a responsabilità civili e penali, in caso di incidenti.
Il rischio aumenta ulteriormente nei sistemi che operano con CO₂ transcritica o refrigeranti ad alta pressione, dove la resistenza del contenitore è un elemento imprescindibile di sicurezza.
Come riconoscere una bombola non conforme: segnali da non ignorare
Una verifica preliminare permette di identificare rapidamente le bombole a rischio.
Elementi da monitorare:
- assenza o usura della marcatura obbligatoria (volume, pressione massima, anno di test);
- saldature, giunti o superfici con segni di corrosione o difetti visibili;
- mancanza del timbro del collaudo periodico (hydrostatic test);
- etichettatura incompleta, danneggiata o non leggibile;
- provenienza non tracciabile o prezzi incoerentemente bassi;
- assenza del marchio del produttore e del relativo codice di certificazione.
Per gli operatori professionali questi controlli dovrebbero rappresentare un passaggio tecnico obbligatorio prima di qualsiasi attività di carica o trasferimento del refrigerante.
Impatto sulla filiera del freddo: sicurezza operativa e responsabilità normativa
L’utilizzo di bombole non certificate non è solo un problema tecnico, ma un rischio per tutta la filiera.
Gli operatori che impiegano recipienti non conformi:
- compromettono la sicurezza dei tecnici nelle operazioni quotidiane;
- possono causare fermi impianto o danni costosi dovuti a contaminazioni del refrigerante;
- si espongono a sanzioni e alla perdita delle coperture assicurative;
- alimentano una filiera parallela non controllata, con ricadute negative sulla reputazione dell’azienda.
Per un comparto dove qualità e tracciabilità dei componenti sono elementi decisivi, mantenere standard elevati diventa una responsabilità condivisa.
Buone pratiche per operatori e aziende: prevenzione e controllo
Per ridurre concretamente il rischio operativo, il settore deve adottare procedure di verifica chiare e continuative.
È fondamentale acquistare le bombole esclusivamente da fornitori certificati e dotati di documentazione completa, effettuare controlli visivi e tecnici prima dell’utilizzo, mantenere registri aggiornati su validità e collaudi periodici e assicurare una formazione adeguata del personale sulle normative e sulle procedure di riconoscimento delle non conformità. Anche l’inserimento di clausole specifiche nei contratti, che vietino l’impiego di recipienti non certificati, contribuisce a creare un sistema di responsabilità condivisa.
L’adozione costante di queste buone pratiche rafforza la sicurezza e sostiene la professionalizzazione dell’intera filiera HVAC/R.
