Focus Normative e sicurezza

02.12.2025

Bombole refrigeranti non conformi: un rischio crescente per sicurezza, impianti e filiera del freddo

La diffusione di bombole refrigeranti non conformi aumenta i rischi per sicurezza e impianti. Controlli, certificazioni e procedure rigorose sono essenziali per il settore HVAC/R. 

Nel settore HVAC/R sta emergendo un tema critico spesso sottovalutato: la presenza sul mercato di bombole refrigeranti non conformi, prive dei requisiti di sicurezza, marcatura e certificazione previsti dalle normative europee.

Questi contenitori, se utilizzati in fase di carica, manutenzione o trasferimento del refrigerante, rappresentano un rischio diretto per tecnici, impianti e aziende della filiera. Per questo è essenziale che gli operatori siano in grado di riconoscerli e adottino procedure rigorose di controllo e approvvigionamento.

 

Perché rappresentano una minaccia: sicurezza, pressione e integrità del refrigerante

Le bombole non conformi possono presentare difetti strutturali, pressioni non adeguate o assenza dei test periodici obbligatori.

Le conseguenze operative possono includere:

  • perdite di refrigerante o contaminazioni della miscela in fase di trasferimento;
  • cedimenti strutturali, con rischio di esplosioni o violente fuoriuscite di gas;
  • danni agli impianti dovuti all’introduzione di gas sporchi o non puri;
  • esposizione a responsabilità civili e penali, in caso di incidenti.

Il rischio aumenta ulteriormente nei sistemi che operano con CO₂ transcritica o refrigeranti ad alta pressione, dove la resistenza del contenitore è un elemento imprescindibile di sicurezza.

 

Come riconoscere una bombola non conforme: segnali da non ignorare

Una verifica preliminare permette di identificare rapidamente le bombole a rischio.

Elementi da monitorare:

  • assenza o usura della marcatura obbligatoria (volume, pressione massima, anno di test);
  • saldature, giunti o superfici con segni di corrosione o difetti visibili;
  • mancanza del timbro del collaudo periodico (hydrostatic test);
  • etichettatura incompleta, danneggiata o non leggibile;
  • provenienza non tracciabile o prezzi incoerentemente bassi;
  • assenza del marchio del produttore e del relativo codice di certificazione.

Per gli operatori professionali questi controlli dovrebbero rappresentare un passaggio tecnico obbligatorio prima di qualsiasi attività di carica o trasferimento del refrigerante.

 

Impatto sulla filiera del freddo: sicurezza operativa e responsabilità normativa

L’utilizzo di bombole non certificate non è solo un problema tecnico, ma un rischio per tutta la filiera.

Gli operatori che impiegano recipienti non conformi:

  • compromettono la sicurezza dei tecnici nelle operazioni quotidiane;
  • possono causare fermi impianto o danni costosi dovuti a contaminazioni del refrigerante;
  • si espongono a sanzioni e alla perdita delle coperture assicurative;
  • alimentano una filiera parallela non controllata, con ricadute negative sulla reputazione dell’azienda.

Per un comparto dove qualità e tracciabilità dei componenti sono elementi decisivi, mantenere standard elevati diventa una responsabilità condivisa.

 

Buone pratiche per operatori e aziende: prevenzione e controllo

Per ridurre concretamente il rischio operativo, il settore deve adottare procedure di verifica chiare e continuative.

È fondamentale acquistare le bombole esclusivamente da fornitori certificati e dotati di documentazione completa, effettuare controlli visivi e tecnici prima dell’utilizzo, mantenere registri aggiornati su validità e collaudi periodici e assicurare una formazione adeguata del personale sulle normative e sulle procedure di riconoscimento delle non conformità. Anche l’inserimento di clausole specifiche nei contratti, che vietino l’impiego di recipienti non certificati, contribuisce a creare un sistema di responsabilità condivisa.

L’adozione costante di queste buone pratiche rafforza la sicurezza e sostiene la professionalizzazione dell’intera filiera HVAC/R.