PFAS e HVAC-R: l’industria del freddo tra materiali critici e regolazione imminente
Le sostanze PFAS entrano nel radar della regolamentazione europea e il settore HVAC-R risulta tra i maggiori utilizzatori. Per la refrigerazione professionale scatta l’ora della verifica dei materiali e della tracciabilità.
Nell’ultimo aggiornamento europeo sulla proposta di restrizione dei PFAS, pubblicato ad agosto 2025, il comparto HVAC-R è identificato come uno dei più critici.
Le analisi contenute nel dossier, che raccoglie anche feedback di oltre 5.600 stakeholder, mostrano che il settore figura in classe 5 (più di 10.000 tonnellate/anno) per tonnellaggio di PFAS utilizzati e in posizione elevata anche per il rilascio effettivo durante il ciclo di vita degli impianti.
I motivi sono molteplici:
- la presenza ampia di refrigeranti fluorurati,
- l’utilizzo di guarnizioni,
- sigillanti,
- membrane e lubrificanti contenenti PFAS,
- un parco installato di dimensioni notevoli.
Questa combinazione porta il mondo della refrigerazione e del condizionamento a generare una quota significativa, stimata tra il 5% e il 10%, delle emissioni totali di PFAS in Europa.
Materiali, componenti e ciclo di vita: tre nodi operativi
Nel dettaglio, i rilievi sull’HVAC-R evidenziano tre ambiti critici: precisamente fughe di refrigerante o lubrificante durante l’uso e la manutenzione, degradazione o abrasione dei materiali fluorurati (guarnizioni, membrane, rivestimenti nei componenti) e la fase di fine vita degli impianti, con smontaggio, trattamento del refrigerante e componenti che contengono PFAS.
Ognuno di questi momenti rappresenta una potenziale fonte di rilascio e richiede attenzione dal punto di vista progettuale e manutentivo. Il risultato è che il settore, già soggetto a normative su F-gas, si trova ora ad anticipare un nuovo livello di vincolo sui materiali.
Verso un adeguamento tecnico-normativo: cosa cambia per la filiera del freddo
La proposta europea di restrizione universale sui PFAS non definisce ancora un calendario vincolante, ma pone un impegno certo: il settore della refrigerazione deve iniziare a mappare materiali, componenti e processi per garantire conformità futura. Anche se l’applicazione pratica delle restrizioni sarà oggetto di tempi e modalità ancora da definire, il messaggio è chiaro: le componenti che utilizzano PFAS sono nel mirino.
Per produttori, progettisti e manutentori ciò significa iniziare a richiedere dichiarazioni tecniche sui materiali, considerare alternative non fluorurate, implementare tracciabilità dei componenti e predisporre impianti che siano aggiornabili e gestibili anche in vista del cambiamento regolatorio.
Il tema dei PFAS introduce nel mondo della refrigerazione professionale una nuova dimensione di responsabilità tecnica e ambientale: non si tratta solo di refrigeranti, ma anche dei materiali che circondano i compressori, dei rivestimenti, dei sigillanti, della manutenzione e della gestione del fine vita.
Le decisioni attuali influenzeranno la filiera per molti anni: mappatura dei materiali, riduzione delle perdite, pianificazione della sostituzione e scelta di componenti alternati possono fare la differenza per garantirsi compatibilità, efficienza e affidabilità nei sistemi refrigeranti del futuro.
